Il nostro lavoro al Giglio scaturisce dal nostro viver qui ed essere grati, cavalli donati vocati a “una vertù d’amor tanto gentile” per la vigna la vita e l’isola che ci fa passare oltre ogni amarezza, difficoltà contrasto e pesantezza.
Recuperiamo, scopriamo, coltiviamo, per il nostro piacere ma anche per dare un segnale forte in direzione opposta allo strapotere della monocultura del mercato del profitto immediato commerciale immobiliare e turistico, desertificazione emotiva, spopolamento.
Iniziamo, primi sull’isola, dimentichi dell’abbandono imperante,
nel 1999.
Ed ecco chilometri di muri a secco, fatica e bellezza, valenza sociale, totalmente manuale,
e poi paesaggio, ricostituzione,
e salvaguardia, custodia, derisione,
e biodiversità, manutenzione,
varietà antiche, autoctono, estinzione,
lavoro enorme e gran soddisfazione,
invidia, stima e pesi sul groppone.
E siamo sempre qua.
"Presenti, precursori, diligenti, come sono nel campo le sementi."